SPETTACOLO TEATRALE GUARDATE! Racconti Fotografici
un progetto di Pino Miraglia per Movimenti per la Fotografia

Racconti fotografici ispirati ad alcuni scritti di:
Auster, Barthes, Baudelaire, Calvino, Capa, Doisneau, Iodice, Nadar, Newton, Ray, Warhol
con: Raffaele Ausiello, Giuseppe Cerrone, Antonello Cossia
musica dal vivo: Riccardo Veno
drammaturgia e regia: Raffaele Di Florio
1 dicembre ore 11.30 | 2 dicembre ore 16.30 > Museo di Capodimonte – Sezione di Arte Contemporanea
8 e 9 dicembre ore 11.30 > Museo Villa Pignatelli

Note di regia

Le dissertazioni, fin dalla sua nascita, se la Fotografia fosse da considerare un'arte oppure no sono lunghe, articolate e, si può dire, infinite; molti scrittori illustri infatti, dalla sua genesi, si sono cimentati a decifrarla, a volte mistificarla, denigrarla ma spesso e volentieri ad elogiarla.
Certo è che la rivoluzione sociale e culturale di cui la Fotografia è stata l'artefice ha portato alla fine del XIX secolo un modo nuovo di “vedere”.

GUARDATE! è un percorso teatrale creato appositamente per questo Festival della Fotografia.
GUARDATE! si inoltra, con passione e sottile ironia, in un percorso dialettico sulla Fotografia confrontandosi con autori che nel corso del tempo hanno ragionato su questa giovane arte.
GUARDATE! usa il linguaggio del teatro|performance per condividere con il pubblico una serie di domande, che vorrebbero trovare risposte adeguate, cercando di coinvolgerlo in un piccolo itinerario concepito come una piccola sinfonia, in cui i movimenti musicali sono le stazioni per immaginare insieme un nuovo sguardo. Come in un caleidoscopio i vari strumenti adoperati (corpo, azione, voce, musica, testo) si fondono in una drammaturgia dello spazio, la quale si concretizza grazie a due contesti inusuali: la Sezione di Arte Contemporanea del Museo di Capodimonte e Villa Pignatelli.

GUARDATE! dialoga, quindi, con questi due spazi “unici” creando un lavoro performativo aperto ed in ascolto in cui, pur poggiandosi su una struttura consolidata, cerca innanzitutto una relazione vitale con lo spettatore.
Un'esperienza collettiva il cui fulcro rimane l'esortazione a “guardare” e a stimolare quella zona indicibile che appartiene alla natura umana: l'immaginazione.

Raffaele Di Florio